lunedì 7 maggio 2007

Gli obiettivi delle rappresentative.

Come sempre in questo periodo, dalle nostre parti si inizia a parlare (e spesso sparlare) delle squadre rappresentative giovanili. Gli argomenti sono sempre gli stessi: capacità dei selezionatori, qualità degli atleti, società che non mandano nessuno e società troppo "presenti", eccetera. Non ci tengo ad aggiungermi al coro dei critici (purtroppo tanti) o dei difensori (pochi, e quasi sempre interessati) dell'operato di tizio piuttosto che di caio. Mi farebbe piacere invece che qualcuno mi aiutasse a rispondere ad alcune domande. Per esempio mi chiedo da un pò di tempo: qual'è l'obiettivo del lavoro delle rappresentative? Chi le organizza si è mai posto il problema dell’uniformità della condivisione del target da raggiungere? Mi chiedo questo perchè sono convinto che i metodi per raggiungere obiettivi distinti siano talvolta molto diversi tra loro; anzi, molto più spesso, semplicemente incompatibili.
Sono cose ovvie, direte voi. E invece no. Per chiarire tento di mettere su un piano un po’ più pratico il mio ragionamento.

A) Mettiamo che l'obiettivo sia l'individuazione dei talenti. Sicuramente questo è ciò che si propone la federvolley nazionale. Ma ai nostri comitati provinciali e regionali che gliene viene in tasca? Credo ben poco, a parte un poco di popolarità nel caso che qualche atleta entri nel giro di un gruppo giovanile nazionale.
B) E Se invece l’obiettivo fosse ottenere un buon piazzamento ad un certo torneo (Regioni, Isole, Studentesco, ecc.)? In questo caso i ruoli si invertono. A Roma non interessa quasi nulla che una regione si piazzi prima di un'altra, ma per la FIPAV regionale, prestigio a parte, questo comporterebbe un ranking migliore e quindi di possibilità di contare di più a livello nazionale.
C) Forse c’è anche un altro obiettivo: migliorare la crescita dei nostri atleti con occasioni di incontro utili anche per noi allenatori. Però credo che anche se questo è effettivamente un utile e simpatico effetto collaterale delle rappresentative, non è certo per questo motivo che la federazione spende una barca di soldi in selezioni e piani altezza.

Se ragioniamo un po’ su quanto ho detto ci vuole poco a capire che se dipendesse dalla federazione nazionale (obiettivo A) si farebbero 4 o 5 raduni di selezione per individuare i migliori talenti e Amen. Se invece fosse la federvolley isolana a decidere (e soprattutto se avesse i soldi…) avrebbe già precettato i migliori atleti dalle società per farli allenare tantissimo insieme e vincere (obiettivo B) il più possibile oltre tirreno.
Rimarrebbe l’obiettivo C… già, questo è l’obiettivo degli atleti, delle società e degli allenatori. Purtroppo non delle federazioni, anche se sono convinto che, sull’onda del “politically correct”, dichiarerebbero il contrario.
In sostanza credo che la coda di polemiche che tutti gli anni le selezioni per le rappresentative si portano dietro, con i conseguenti e prevedibili scarsi risultati, siano soprattutto il frutto della diversità di obiettivi tra la federazione ed i pallavolisti e all’interno della federazione stessa. Se si è così distanti sul fine, come si può concordare sui mezzi?

2 commenti:

gabo ha detto...

Come ho già espresso in privato ad Andrea, trovo il suo post molto oculato e corretto circa l'argomento. Come sempre ha centrato il punto della questione.
Complimenti
Gabo

Unknown ha detto...

amen!
...ma non credere, Andrea, che questo problema sia un'esclusiva sarda, eh? ;)